Secret Tiki Bar - Tropical Speakeasy
								“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale”.
								
								Eugenio Montale dedicava alla moglie Drusilla Tanzi nel 1967 questi
								splendidi versi. Circa cinquanta anni dopo l’idea dei secret bar
								prende piede nella Capitale e “scendendo milioni di scale dandosi il
								braccio” migliaia di avventori scoprono questo nuovo modo di vivere
								un luogo familiare come un bar.
								
								È così che nascono bar ad ispirazione proibizionista in cui si
								accede da celle frigorifere, armadi o distributori automatici abbandonati
								negli angoli di locali-copertura. L’idea è quella di imitare
								ciò che accadeva in un periodo in cui negli Stati Uniti era fatto
								assoluto divieto, attraverso il XVIII emendamento e il Volstead Act (1919),
								di produrre e consumare prodotti alcoolici.
								
								La cultura pop polinesiana si colloca nella parte finale della vita di
								questo provvedimento e, dandoci il braccio, ci accompagna
								nell’immediato post-proibizionismo, in cui troviamo
								un’esplosione di colori ed emozioni diametralmente opposti agli
								ambienti austeri dei bar anni ’20.
								
								Il Secret Tiki Bar vuole essere quindi un giusto compromesso tra un
								gioiello da tenere celato, e un luogo di divertimento per tutti, dove il
								prendersi sul serio, baffi, bretelle e reggi maniche possono essere
								lasciati dove devono stare: nel secolo scorso.